La nostra lingua madre non e' stato l'italiano ma il dialetto
roccanovese, che e' tipico dialetto
Lucano, si avvicina molto ai dialetti: napoletano, pugliese e calabrese. Buona parte dei vocaboli
sono stati ricavati dagli articoli del Maestro Guido Emanuele sulla Piazza, e dal libro pubblicato dallo
stesso: “Roccanova – I Segni della memoria – Aspetti e momenti di vita sociale”. Si precisa che i vocaboli si pronunciano quasi sempre privi della vocale finale. |
Affàscin forma di magìa (bianca) che serve a scongiurare il malocchio, da donne esperte con qualche preghiera.
accatté a comprare
allùcch gridare
arrìpicchiet raggrinzita (la pelle con l'avanzamento dell'età si raggrinzisce)
(u) bbagugh Baule, in genere usato per conservare il corredo offerto alla figlia che andava in sposa.
(a) buffétt (tavola da pranzo), dal francese ‘ buffet ‘.
(a) camastr catena di ferro che serve a sostenere la pentola al focolare
(a) canigghia crusca
(a) canigghioua la forfora
(u) cannarut goloso, dal latino canna gutturis (trachea o esofago);
(a) capisciòu nastro di cotone; trine
(u) carusiell salvadanaio
(u) casciòn cassapanca per conservare il grano o altro
(u) catarr incipiente raffreddore
(u) catarràtt (botola), dal greco (ribalta; saracinesca).
(u)chiatr il ghiaccio che si forma la notte quando la temperatura scende sotto zero,brina.
créi domani
piscréi dopodomani
(a) cummér comare; madrina, di nozze, di battesimo o di cresima
(u) cup cup Strumento rumoroso usato a carnevale per accompagnare cantastorie improvvisati.
(u) cutùrr porcellino d'india che si allevavano in casa per uso alimentare
cutué muoversi
(a) fatighè a lavorare
(a) fatìga lavoro (fisico)
(a) fazzatore specie di mastello di legno di forma rettanglare serviva per impastare il pane
(a) Fucagn locale munito di caminetto, che serviva per cucinare mangiare e riscaldare la casa
(a) Forg fucina artigianale per la produzione di attrezzi usati in agricoltura, zappe, falce, serrature, aratri.
(u) fucueer focolare
(a) fuscèll cesta di giunco per la ricotta o il formaggio fresco
(a) gauétt contenitore di legno con manico, per mescere vino o acqua, a forma di brocca
(i) gnummariéll rolatine fatte con frattaglie (interiori di capre o pecore) avvolte con gli intestini e cotti alla brace.
(a) granét melograna
(i) grànidinie granturco; mais; si utilizzavano anche le foglie o lamine, per riempire i materassi (sacconi)
(u) gualén contadino,che arava i campi con i buoi.
(a) guandier vassoio usato per servire pasticcini
(u) gulij voglia; macchie di vario colore e natura sulla pelle del bambino che secondo una credenza popolare è dovuta a una voglia, non soddisfatta
(u) gùmmue recipiente di terracotta usato per tenere fresca l'acqua d'estate.
(u) idet il dito
(u) idetoni alluce e pollice
ill e iell Lui e Lei: indicano i due protagonisti principali di un film.
(a) iummàrell un torrente di Roccanova che si riempie di acqua solo durante le pioggie.
(u) ietafuoco Tubo di ferro con l'estremo inferiore con due punte e un piccolo foro per soffiare sul fuoco per aiutare la fiamma .
(u) Jaskàriell fiaschetta di legno per portare il vino.
(a) chiang macelleria; beccheria, piastra di pietra o di terra; .
l'uork l' Orco
l'uort l' Orto, giardino
(u) laghnatur matterello usato per fare le fettuccine
(a) làmia volta a forma di arco che si faceva costruire con mattoni nelle cantine, per evitare il crollo della terra arenaria
(u) maccatur fazzoletto, anche usato per coprire i capelli
(a) mappin straccio da cucina. Dal latino 'mappae' (salvietta, tovagliolo).
(u) Mastr Il Maestro barbiere, fabbro, sarto, calzolaio, Muratore
(u) mbròn stupido;imbecille; sciocco; zotico.
(u) mbrust il prestito in alcune ricorrenze oggettive alle quali si ricorreva per il prestito:
il grano, la farina, il pane, l’olio, il lardo, la salsa, il pane, i peperoni secchi,
l’aglio, le cipolle e tanti altri generi per alimenti. A questi seguivano: i tavoli, le sedie, le pentole, i tegami, le pignatte.
Mammagrann nonna, da Mamma grande
(a) ménn' la mammella
misura tummn, stuppielli Il tomolo era anche una misura per derrate come olive, mandorle , grano, etc corrispondente
alla capacita' di un apposito contenitore.
Le due misure avevano nomi uguali perchè per seminare un tomolo
di terra serviva all'incirca un tomolo di grano.
misura tummn tomolo, misura di superficie pari a circa 6300 mq.Un tomolo era formato da 2 mienzetummini 4 quarti e' 8 stuppiell
(u) minník lo svogliato, chi non ha voglia di lavorare: poltrone, pigro.
mò' adesso
mucculon moccioso, (dispregiativo)
(u) Mùnaciell spirito folletto spiritello della casa, (credenza popolare)
(u) mùnn' straccio legato ad un palo, si usava bagnato, a togliere la cenere dal forno caldo
(a) munnè pulire la verdura da cucinare, o il grano o la lana
(na) mùrr (di gente) moltitudine, gregge, un mucchio di persone
(a) nchiané a salire; venire in piano.
(a) nék culla cesto di vimini che si appendeva ai travi di legno o ad un albero se in campagna
(u) nuòzzuo Il residuo solido della lavorazione delle olive per produrre olio.
nzuré, nzurét sposarsi, sposato (dal latino uxor)
onza oncia. Misura di peso. Dal farmacista si comprava un'onza di olio di ricino. considerata circa 33 grammi
(u) palmient specie di tino in cemento per la fermentazione del mosto.
(u) palumm colombi
(u) pagghér Rifugio di campagna, fatto di arbusti
(a) pagghiétt Cappello di paglia
(u) partgall Arancia
pascàrell scampagnata del Lunedi' di Pasqua (aveva come meta tradizionale la chiesa delle Serre)
(u) patrùn patrona padrone, padrona (latifondisti) considerati proprietari delle persone alle proprie dipendenze
(a) pedànn grande recipiente di creta usato per conservare vino o olio, giara
(u) piett petto; salita, dal latino 'pectus' (la parte anteriore del torace)
(u) pinnìn’ discesa; pendio; dabbasso.
(a) pignet recipiente di terracotta usato per cuocere le fave, ceci, fagioli e altri cibi al focolare
(u) pignatiell recipiente di terracotta piccolo, usato per fare decotti al focolare
(a) préss la fretta
(u) Popparomm L'Uomo Nero : si diceva ai bambini per spaventarli: "mo véne u Popparomm!"
(a) putéia la bottega , negozio
(i) ramaggh arbusti da ardere, usati per accendere il fuoco al focolare
(a) rizzòua recipiente di terracotta con due manici per tenere l'acqua a tavola, Orcia.
(a) rundinell rondine
(a) scafé a scavare
scauz (veie) -va a piedi scalzi
(u) scazzuariell vortice formato dal vento a forma di mulinello
(u) sckanatur madia nostrana, utilizzata per la preparazione del pane e della pasta di casa, (rasckatielli e firzuou)
sckascé rompere
(u) cuòppe Mestolo
(a) sckummarou schiumaruola
scuitét persona tranquilla, senza pensieri, dallo spagnolo ‘escuidado’.
(a) segge Sedia
(a) setua attrezzo da cucina per passare la farina
(a) sòcr la Suocera.
(u) sparagnéil risparmio
(u) sparatrapp cerotto.Probabilmente proviene dal francese ‘sparadrap’
(a) sport di cann cesto fatto di canne e vimini usato per trasportare derrate alimentari.
(a) sportell d'jinestre telaio fatto di fili di ginestre usato per essiccare i fichi e pomodori da conservare.
(a) spése grosso piatto tondo di vimini usato per far asciugare la pasta fatta in casa e melenzane bollite.
(a) spunzé mettere a bagno
(a) spér cuscinetto di stoffa posto sul capo delle donne, serviva per portare pesi: ceste, barili di legno ed altro
(u) stagghi pagamento per abbonamento di un anno al barbiere, al fabbro e al calzolaio
(u) stricatur Asse di legno con scanalature usato per strofinare la biancheria mentre si lavava
(u) strùmmuu ceppo di legno usato per sedersi, riferito anche a bambini di bassa statura
(u) sunett armonica a bocca,
(u) suttaniell gonna lunga fino all'altezza della caviglia di colore nero
stramén fuori mano
(i) tagghiariell le fettuccine fatte a mano
(i) tappin babbucce; pantofole. Dallo spagnolo ‘chapin’
(a) tarant tarantola (ragno), tarantella; ballo di San Vito
(a) Ttén il padre
(a) traggheé carro con slitte,trainato da buoi, serviva per raccogliere e portare, i fasci di grano mietuti, sull'aia per la trebbiatura
(u) trappit dal latino "Trapetum" o dal greco jonico "Trapeo" (stringere o spremere), frantoio
(u) trappiter operatori addetti nel fratoio alla spremitura delle olive e relativa produzione dell'olio
(u) traìne ,traino, carro tirato da cavallo
(a) troccùa Strumento usato al posto della campana nelle cerimonie della settimana santa. Troccola. Si tratta di maniglie di ferro
montate su una tavola che agitata con la mano produce un caratteristico suono.
(amm) truzzé usato per bridare, urtare, piccolo scontro.
(u) tumpagn coperchio
(u) tupp acconciatura del capo, con i capelli rialzati e arrotolati o annodati
(u) vandisin grembiule indossato sulla gonna dalle donne, avanseno
(u) varattùu contenitore distributore d'olio per condire insalate e verdure
(u) varriéue barile di legno si usava per tenere l'acqua da bere o per usi domestici
(u) varlacch contenitore di legno tipo barile, si usavano in coppia per portare l'uva sulla soma dell'asino, dalla vigna alla grotta del vino
(i) vauavieci piccole chiocciole che contengo piccoli molluschi di terra
(u) villìch l'ombelico
(u) vitriuou solfato di rame usato per preparare la miscela che poi veniva irrorata per proteggere la vite dalla peronospora.
(i) Zucculoni grossi topi, ratti, usato anche per donne di facile costumi.
Alcune contrade nel territorio di Roccanova
Caliuv (bosco)
Cauviell
Carrazit
Cipp'nosa
Crucivie
Difes
fierr
frabbichet
Funtanell
Jinillizz
Jimon Nuovo Villaggio
Mannariot
Manca
Manner
Marcellin
Marches
Murgitell
Muntagnou
Nici
Prét
Sant-iuorio
Serr
Schifard
Spadarei
Timpòn
Valadet
-----------------------------------------------------
Proverbi roccanovesi
"Agust, cap di viern:" Agosto principio dell'inverno
"A chiange u mort' sò lacreme perdure: piangere il morto sono lacrime perse
"A gallina feci l’ov', a lu gall l' bruscic' u cuu-: La gallina fa l’uovo, e al gallo fa male il sedere (e il gallo pretende il merito).
“A meua nov a port u vient” (La brutta notizia si diffonde subito e dappertutto, come il vento)
"Cane de chianch, chien d' sanghe e muort de feme": l'apparenza a volte inganna
"Chi fatigh mangia, chi stei all'abbient mangia e beve": chi lavora mangia, chi non fa niente mangia e beve
"Chi lass a via vecch e piggh a nov, sepi che lass ma non sepi che trov"( Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa cosa
lascia ma non sa cosa trova)
"chi nasc tunn non po muri quadret": Chi nasce stupido non puo morire inteligente.
"chi vei c'u zzuopp mper a zzuppiché": Chi va con il zoppo, primo o poi impara a zoppicare .
"Chi zapp veve acqua, chi a porta veve u vine": chi zappa beve l'acqua, chi la porta beve il vino
"Dopp' arrubbet' a Santa chier, fen' i port di fierr'.: Dopo essere stati derubati, si rinforzano le porte
"Fe mele e pienz.., fe 'bbene e scuord" chi fa del male deve stare attento, chi fa del bene puo stare tranquillo
"Giugn fauc m' pugni": Giugno falce in pugno.
"Mper l'art e miettil 'ndu pirtus" impara un mestiere che prima o poi potrà servirti
“Non c’è chiù superb di nu pizzent arricchut”(Non v’è più superbo di un povero arricchito).
“Non c’è chiù surd di chi non vo sente”Non c’è più sordo di non vuole sentire.
“No ntruuè l’acqua a ddù a piggh pi bev” (Non turbare i rapporti con persone presso cui ricorri per le tue esigenze)
"Quann ci su tropp gall c'a canten nun fece meie jiuorn" Quando ci troppe persone a comandare si arriva al caos.
"Quann i nuvue ven di pinnini miettiti n' cammin, quann veni di piett / truoviti nu riciett" (Quando le nuvole vanno verso sud incamminati verso casa, quando le nuvole vanno verso nord trovati un riparo, perche la pioggia è imminente).
"Quann t'i prummeten u porciell, vé subbit cu zucariell: Quando ti offrono qualcosa conviene accettarla al volo.
"Si u’ mbrust fossa na cosa bona, si mbrustirria a migghier!" (Se il prestito fosse un’azione garantita, sicura, si potrebbe dare in prestito anche la propria moglie!)
“Si ti fen meue mittic a pacienz fin a quann chill venin allu rimuss (Se ti fanno del male abbi pazienza ed attendi poiché verranno a pregarti perché avranno bisogno di te).
"Tant vei a rizzòua alla fonten fin a ché si rupp" facendo sempre lo stesso lavoro, prima o poi si sbaglia.
"Tre sù i putiente: u Pep, u RRè e chi nun' tene niente": I potenti sono: il Papa, il Re, e chi non ha niente.
"U scarper veie che scarpe rutte" il calzolaio va con le scarpe rotte
"U pizzuu sen a scella rutt" il becco sano l'ala rotta; Bravo a mangiare ma senza voglia di lavorare
"U supierch ropp' a pignet cu tutt u cupierchi:" il suvrapiù rompe la pignata e anche il coperchio
"U vòi' chiem cornut o ciucc:" il Bue chiama cornuto l'asino;
"Vei p' t' fe a croce' e t' ciech l'uocchie": Vai per farti la croce e ti cechi l'occhio
“Ve cu chill mugghi di te e fall i spes” (Frequenta persone acculturate e offri loro ospitalità).
“Viest nu cippon ca per nu baron” (Se vestito bene anche un ceppo può sembrare nobile).