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In questo periodo in cui le statistiche sono di moda ed appaiono
costantemente sulla stampa, ritengo di compilar.ne una che interessa la
nostra piccola comunità. Trattasi di una modesta ricerca riguardante diverse
famiglie roccanovesi tradizionalmente proclive ad attività particolari,
appartenenti a ceti sociali diversi, con alcune ancora presenti tra i
discendenti. Il periodo va dalla seconda metà del Settecento in poi.
Iniziando dalle persone inclini alla legge, la famiglia Fortunato ebbe
otto laureati tra awocatl, magistrati e notai: Biase Antonio, Gerardo,
Paolo, Vincenzo, Prospero, Vito, Antonio, Matteo ai quali vanno aggiunti
sette laureati in medicina: Prospero, Egidio di Prospero, Antonio di Prospero,
Matteo di Prospero, Giuseppe di Prospero, Egidio di Prospero, Angelo di Giuseppe.
Sempre nel campo della Legge, segue la famiglia Mendaia con tre magistrati:
Saverio, l'onorevole Vincenzo,Gerardo e Matteo, quest'ultImo awocato. Nel
campo della medicina vi è la famiglia De Marinis con il dottor Antonio, morto
nel 1923, il fratello Ferdinando, farmacista, il dottor Filippo morto nel
1961, il figlio prof.Antonio ancora vivente e già operante al Forlanini di
Roma, nonché i figli di quest'ultimo, Filippo e Giancarlo in servizio nella
Capitale: il primo presso l'Ospedale San Camillo ed il secondo presso il
C.T.O. con la funzione di Ortopedico. Faceva parte della famiglia anche un
loro congiunto, medico, il dottor Antonio La Cava. Ancora, nel campo della
medicina la famiglia De Risi, oltre ad altri professionisti (tre legali,
un ingegnere: Gerardo progettista di alcune gallerie importanti sul tratto
ferroviario Casalbuono-Lagonegro, Antonio direttore dell'Istituto di
Agricoltura di Lecce), ha dato quattro medici, tre dei quali attualmente
operanti a Potenza: Rocco con il figlio Andrea ed Attilio figlio di una
sorella coniugata Oddone.
Il nonno di Rocco, Vincenzo, anch'egli medico,
aveva anche lo studio a Napoli. Nel campo dell'ingegneria emerge la famiglia
De Marco con tre ingegneri: Gaetano, morto nel 1845, il figlio Filippo che
nel 1879 fu l'autore del progetto del cimitero di Roccanova ed il figlio di
costui, Gaetano morto nel 1957 (padre di quattro laureati) fu coprogettista
del traforo del Sempione.
Nel campo letterario, l'antica autentica famiglia roccanovese dei Marotta,
nella prima metà dell'Ottocento, vantava diversi laureati in lettere, tra
i quali una donna, fatto molto significativo se si considera la distanza ed
i mezzi a disposizione per consentire
ad una fanciulla di quell'epoca di
potersi recare all'Ateneo dell'allora capitale, Napoli.
L'inclinazione nel
campo artigianale, tocca addirittura l'inverosimile. Il primato spetta alla
famiglia Zaccara con diciassette fabbri: Francesco Antonio e Domenico Antonio
(gemelli) nati nei 1774, nonché un fratello, Pietro: tre figli di Domenico Antonio: Salvatore,
Alessandro e Pietro,
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Giuseppe di Salvatore, Giuseppe
Vincenzo ed i figli Alessandro, Pietro, Alfonso e Rocco; un fratello di Giuseppe Vincenzo a nome Alessandro con i figli: Giuseppe, Rocco e Pietro
ed infine Antonio, figlio di Alfonso ancora vivente e residente a Milano.
Una sorella. di Giuseppe Vincenzo, Rosa, coniugata Noia, aveva anch'essa
due figli: Vincenzo e Angelo, entrambi fabbri. Tra i bravi artigiani una
menzione particolare spetta a Francesco Mobilio iniziatore della
meccanizzazione nella forgia.
Seguono poi i macellai con la famiglia De
Pierro con dodici soggetti: Vincenzo, detto "Vicinzon", morto nel 1883,
Raffaele padre di Rocco e Giuseppe, ed ancora i seguenti tutti viventi ed
operanti:Raffaele ed Antonio di Rocco, Raffaele di Giuseppe, Rocco, Domenico,
Antonietta ed Anna di Raffaele, coniugata Mattatelli, ed il figlio di costei
Giuseppe. Seguono i muratori con la famiglia Alaggia, con nove artigiani:
Pasquale, Raffaele, Alfonso e Michele di Pasquale, Giovanni, Rocco e Raffaele
di Alfonso e gli acquisiti in famiglia, Consiglio Giuseppe, genero di Alfonso,
e D' Arino Rocco figlio di Anna Alaggio di Rocco. Seguono i falegnami con la
Famiglia D'Arretta con nove elementi: Francesco, Gabriele, Federico e Libero:
i figli di quest'ultimo, Federico, Gabriele, Giuseppe, Francesco ed il figlio
di Francesco, Biagio. Quest'ultimi tutti viventi ed operanti. Ed ancora,
Antonio Damiano ed il figlio Vincenzo che iniziarono ad operare nel campo
del legno con mezzi meccanici moderni. Sempre tra i falegnami la famiglIa
Soave con Saverio, Rocco (questi specializzato nella riparazione delle botti),
Carlo ed il figlio di quest'ultimo Vincenzo ancora
operante. E ancora la famiglia di Racioppi Filippo Rocco con il figlio
Carmine. Nel campo dei sartori vi è la famiglia Maronna con sette sarti:
Giacomo Antonio, Francesco Paolo, Antonio, Francesco Paolo fu Antonio, Paolo
(vivente ed operante anche a livello di Casa Bianca negli USA),
Antonio e Vincenzo. Vi è poi la famiglia Damiano con cinque sarti: Ettore, Nicola,
Biagio Vincenzo e Luigi. Vi è la famiglia Garambone che ha avuto cinque sarti:
Antonio, Pasquale, Vincenzo,
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Paolo e Maria. Una famiglia dedita alla
fabbricazione dei basti per equidi, quella dei Grillo, ha avuto ben sei
operatori: Salvatore, Antonio, Francesco Paolo, Raffaele ed il nipote,
vivente, Salvatore Bellizio. Per la tradizionale, antica presenza della
Banda Musicale, alcune famiglie offrirono a quella istituzione una notevole
partecipazione nel recarsi, a guisa di girovaghi, in ogni dove ed esercitando
l'attività professionale di musicante: la famiglia Collarino con sei elementi.
Le famiglie Chiaradia, Cicchelli e De Risi con quattro elementi e le famiglie
Ricciardi e Rimentano con tre soggetti.
Molte altre famiglie, pur se con minor
numero di persone operavano nell'ambito della comunità come: calzolai
(Alessandro Cartolano a Bari confezionò le prime scarpe ortopediche),
barbieri (tra cui Vincenzo Arcomano che nella barberia in piazza del Popolo
iniziò nel 1919 anche l'attività della storica edicola che oggi portano
avanti i figli Peppino e Pasquale), industriali (quali il Cavalier Antonio
Leone che dette inizio alla nota Impresa proseguita dai figli Giuseppe e
Francesco ed ancora oggi dai figli di quest'ultimo Antonio, Mario e Giovanni),
commercianti, come Emilio De Pierro i cui figli Vincenzo, Giuseppe e Rosa
(tutti con grandi supermercati) e Raffaele (con una moderna torrefazione di
caffè) ancora oggi continuano in una dimensione su larga scala l'attività
del padre. Poi i sarti, all'infuori delle famiglie già citate, con Francesco
De Pietro e Giuseppe Fortunato già operanti a Hollywood e Panetta, Gallo,
Petroccelli e Malaspina assurti a livello nazionale. La conclusione di questa
modesta statistica che vuole riferirsi ad una comunità, altrettanto modesta,
qual è la nostra, è certamente positiva ai fini della conoscenza storica
della cultura roccanovese. Vuole essere perciò di sprono alle giovani
generazioni affinché emulino la qualificata operosità di coloro i quali li
hanno preceduti nella vita anche se in attività diverse.
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