A 70 anni dalla morte Un ricordo dell'impegno dell'on.le Vincenzo Mendaia
di Michele De Risi

Settanta anni fa, la sera dell'11 febbraio del 1924, il prof. Antonio De Rosa, prima di impartire a noi frequentatori del corso la sua impeccabile lezione di musica ritenne suo dovere importantissimo impartirci una lezione d'eccezione. "Ricordate.ci disse - che Roccanova da oggi non è più Roccanova". Quel triste giorno era morto nella sua casa l'on.le Vincenzo Mendaia a Roccanova: senza di lui Roccanova non era più quello del giorno prima. Perché l'On.le Mendaia era una personalità di prima grandezza in quella epoca in cui pochi contavano per tutti. Il suo impegno spaziava soprattutto in tre campi: quello politico, come nell'esecutivo, la magistratura, e quello economico. Per queste ragioni, quando c'era lui a Roccanova il paese si riempiva di postulanti d'ogni contrada ed egli era in grado di garantire ad ognuno ricevimento, consiglio e aiuto.
Nei momenti d'emergenza assumeva fino a 10 scritturali, studenti nel suo studio per essere aiutato a smaltire la copiosa corrispondenza.
Allora i roccanovesi avevano ben altri motivi per rimpiangere il tempo in cui Mendaia era vivente. Egli aveva onorato se stesso e il suo paese coll'avere raggiunto i più alti livelli nella rappresentanza della vita pubblica e privata. Come deputato non aveva votato la fiducia al fascismo schierandosi così in quel vasto movimento antifascista, che ebbe il suo epilogo nella conclusione vittoriosa della seconda guerra mondiale. Fu magistrato illustre e Presidente del Tribunale delle acque d'Italia e della Corte d'Appello di Venezia. Fu grande proprietario terriero di un'azienda efficiente che egli aveva innalzata e che dirigeva responsabilmente, nella quale trovavano lavoro centinaia di addetti.
Sul piano strettamente locale i suoi meriti non erano di meno. Aveva dato inizio alla ricostruzione dei vigneti mangiati dalla filossera. Aveva voluto a Roccanova il centro delle linee automobilistiche pubbliche della zona, con partenza da Roccanova per Montesano, Nova Siri e Colobraro. Aveva concentrato a Roccanova lo spaccio del sale e tabacco, l'ufficio del Registro e della Pretura di S. Arcangelo. Infine, quando fu Sindaco a Roccanova l'Avv. e Notaio Antonio Fortunato, dal 1914 a 1919, aveva ottenuto le fontane pubbliche nel centro abitato e le prime fognature, dalla rotabile alla Piazza Centrale lungo il corso, Nell'ultimo periodo, prima della morte, s'era adoperato a preparare l'illuminazione elettrica al nostro paese e l'apertura della strada rotabile per Potenza, attraverso la ricostruzione del ponte sull'Agri, tra S.Arcangelo e Missanello, travolto in precedenza da un'alluvione. Ai suoi funerali partecipò una folla immensa di ogni paese e anche esponenti del mondo politico che erano arrivati da Napoli e Roma. Sorse in seguito un Comitato, voluto e diretto dal Comm. Virgilio di Colobraro, che provvide ad erigere un monumento all'on.le Mendaia nel centro abitato di Roccanova, ma il governo fascista non autorizzò lo scoprimento dell'opera con una cerimonia ufficiale, per cui lo scoprimento avvenne di notte all'insaputa di tutti.
Poi il silenzio assoluto per 70 anni...
Così vanno le cose in questo nostro Mezzogiorno, mentre ancora oggi ci sarebbe urgente bisogno di uomini come Mendaia: legati alla propria terra da una vita operosa di lavoro, di conoscenza, di esperienza e di studio.
(da La Piazza - Anno VI n. 5 Maggio 1994 di Michele De Risi)